Che poi io, sono così nonna, che con tutta questa tecnologia, avanzata poi, proprio non c’ho voglia, di starci dietro, vedo in quanti modi, possiamo evitarci, e allora, mi prende il silenzio meditativo, l’ansia delle modalità d’uso,
sogno di notte gli star tac, e le cornette bianche, e io che m’intreccio con loro
e l’unica cosa che mi rilassa
sono i libri le analogie
una bella voce
quel film
le passeggiate
un abbraccio a tempo indeterminato
una pedana di legno nera
che se ci saliamo tutti insieme sprofonda
e poi improvvisiamo le sorti del titanic
e frate cipolla lo fa di caprio
che sicuramente ci mette più pathos di noi
e mi incanto la sera
a guardare le poche luci accese
delle case
e quelle librerie attaccate
alle finestre
che raccontano
il disordine
di una vita
spesa bene
e ho bisogno di carezzare
una pianta, un disco,
mia mamma,
credere
che una vita
autentica
è
possibile,
e che
non
ho
biso-
gno
di un
tele-
fono
figo
per
dirti
with
love
fot
ti
ti.
(che tanto poi, se t’incontro per strada,
io ti meno lo stesso.
ancora ti credi.)
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